domenica 28 ottobre 2012

STORIA di MACCHIA la gatta disabile - di Daniele Fiori (VIDEO)


STORIA di MACCHIA la gatta disabile


di Daniele Fiori


Pubblicato in data 15/lug/2012 da
 
Storia di Macchia, la gatta disabile...
Intervista a Daniele Fiori tratta dal format televisivo ANIMA ANIMALE

Riprese Sergio Sotgiu
Montaggio Daniele Fiori


http://www.youtube.com/watch?v=eET5ZAawrDk





E' la storia di una micina nata il 4 agosto 1998 e cresciuta tra i cani. Non aveva paura dei cani e così la prima volta che è uscita dal giardino, il primo cane che ha incontrato l'ha morsicata rendendola paralizzata alle zampe posteriori.

Macchia aveva 4 mesi circa, aveva la spina dorsale rotta, era paralizzata dalla vita in giù, con una costola rotta e un po' di buchi dei denti del cane. Addormentarla con l'eutanasia o portarla a casa?

Non avrebbe più potuto vivere in un giardino ma in una casa e avrebbe dovuto essere accudita tutti i giorni e farle fare la pipì svuotandole manualmente la vescica. Ma Macchia voleva vivere e la decisione è stata di portarsela a casa.

Grazie ad alcune iniezioni di un farmaco che aiuta il ripristino dell'apparato nervoso, Macchia ha recuperato parzialmente l'uso di una zampa e della coda.

Ora Macchia ha 13 anni, vive in casa, dorme sul letto (anzi, su una sedia vicino al letto), si arrampica sul divano (e quindi il carrellino che le avevano costruito non è stato utilizzato perchè le impediva di arrampicarsi e non andava perciò bene), se corre non la si riesce a prendere perchè velocissima e quando era più giovane ha persino acchiappato un uccellino. Insomma fa tutto quello che farebbe una gatta normale ;-)))





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sabato 28 gennaio 2012

Felice tra fobie e paure

POST RECUPERATO DAL BLOG DI SPLINDER CHIUSO


 
Felice tra fobie e paure

di Rossella


Decidemmo di adottare Felice per dare una possibilità di vita ad un cane problematico che altrimenti avrebbe trascorso la sua esistenza cercando riparo sotto ad un cubo di cemento, in pochi metri quadrati.
Quando svolgevo attività di volontariato in canile, provavo grande tristezza e pena per quei cani che per paura rifiutano il contatto con l' uomo e che per questo sono condannati a vivere un’esistenza da reclusi. Talvolta infatti, tentare il recupero di un cane per problematiche legate a fobie, in canile è quasi impossibile.
Dunque il giorno dell'adozione, Felice mi fu consegnato previa firma di un atto in cui il cane veniva definito "di indole aggressiva, diffidente e difficilmente gestibile". Ebbi un moto di esitazione, ma firmai.
Felice, uscito dalla gabbia, era un cavallo imbizzarrito: per metterlo in macchina, gli somministrarono un sedativo.
Giunta a casa, lo lasciai in giardino, pensando che in breve tempo tutto si sarebbe risolto.
Non fu così. Trascorsi due mesi cercando di avvicinare Felice in ogni modo, ma lui rifiutava qualunque tentativo, persino il cibo. Dormiva moltissimo nella cuccia e quando mi vedeva, metteva in atto una strategia di evitamento, girando nervosamente intorno a me.

Ero disperata. In quei due mesi avevo contattato tre istruttori, ma Felice non mostrava segni di miglioramento ed il verdetto era sempre lo stesso: un cane del genere non doveva essere dato in adozione ad una famiglia. Le parole risuonavano come un macigno, grande era in me il timore di una reazione aggressiva di Felice verso mio figlio o verso i miei nipoti.
Cominciai a consultare vari siti internet nella speranza di capire qualcosa del suo comportamento ed arrivai alla conclusione che
Felice era fobico, forse per cause genetiche, forse per un errato imprinting nei primi mesi di vita, forse per un trauma subìto.
Aveva paura di tutto, riusciva ad avvicinarsi solo alle altre due cagnette e per il resto non mostrava interesse per nulla, ma soprattutto il suo unico obiettivo era fuggire la presenza dell' essere umano, uomo o donna che fosse.
Pensai che l' unica alternativa fosse portarlo in un luogo, pensione, rifugio, in cui lui potesse stare a contatto soprattutto con i suoi simili.
Prima di mettermi alla ricerca di un posto idoneo ad un cane con tali caratteristiche, contattai un altro istruttore, dicendo a me stessa che sarebbe stata l'estrema ratio.
Dopo aver osservato Felice, l’istruttore riuscì a mettergli il guinzaglio in pochissimo tempo e addirittura lo portò in strada per una breve passeggiata. Felice si dibatteva nervosamente, scuoteva la testa da una parte all’altra, ma non mostrava segni di aggressività verso l’uomo! L’istruttore tornò una seconda volta ed una terza volta fummo noi a portarlo al centro di addestramento: ennesimo verdetto. Infatti alla domanda di mio marito, ovvero se il recupero di un cane del genere sarebbe stato completo, l’istruttore disse che non avrebbe potuto confermarlo. Ero veramente sfiduciata, pensavo non ci fossero speranze, ma avevo soprattutto grossi timori per la mia famiglia. Fu proprio allora che la decisione risoluta e determinata di mio marito, quella di tenere Felice con tutti i suoi problemi, mi diede una spinta enorme per cominciare un percorso di recupero che non avesse più niente a che fare con gli istruttori, ma partisse dalla relazione tra cane e padrone. Era il momento di dare fiducia a Felice.
Cominciarono giornate intense: nelle ore più tranquille della giornata lo portavo a spasso per brevi passeggiate. Sempre tenendolo al guinzaglio e stando accucciata, gli insegnavo ad avvicinarsi a me. Tolto il guinzaglio rimanevo in giardino con lui, insegnandogli a....giocare! Palline, peluches, scatole di cartone, qualunque cosa stesse diventando oggetto di curiosità per lui, diventava un mezzo di avvicinamento a me. Alla fine dell' estate riuscivo persino a spazzolarlo e a tagliargli i pochi nodi che aveva nel pelo.

Oggi Felice continua ad essere un cane problematico, ma....gestibile. Prima di farsi mettere il guinzaglio, continua a compiere quelli che io chiamo "rituali di sicurezza": gira intorno a me e poi si rifugia in un angolo del giardino, dove finalmente lo posso avvicinare. Ha comportamenti stereotipati che ancora non lo rendono “normale”: fugge alla vista degli estranei, emette un lungo ululato quando c’è una persona che proprio non gradisce ed è ancora dipendente dalla sua compagna, l’altra cagnetta. Preferisce farsi avvicinare da noi se ha il guinzaglio, accetta volentieri carezze, spazzolate e bagnetto, non tollera però di essere toccato da chi non conosce. Passeggia al mio fianco, prestando attenzione a tutto, ma strattona se vede auto o estranei, trema fortemente se si trova in una situazione nuova, ma poi comincia ad accettarla e a tranquillizzarsi.



Felice è stato adottato nell’aprile del 2007 e dopo quasi quattro anni ha avuto un recupero lento, ma graduale del 60, 70 per cento. E’ un cane dolcissimo, quando lo accarezziamo diventa un tenero cucciolo che dimostra di avere bisogno di protezione e di affetto: in questi anni non ha mai mostrato segnali di aggressività. Felice ha avuto bisogno di essere guidato, condotto attraverso un vero e proprio percorso di riabilitazione che ha necessitato di tempi lunghi, di elementi che per lui fossero punti di riferimento, di conoscenza delle sue stranezze, ma soprattutto di accettazione e rispetto delle sue problematiche caratteriali.


PS Spero che questa storia possa essere utile per qualcuno nel caso in cui decidesse di adottare un cane fobico.


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 - http://www.cinofilimarilu.it/

STORIA DI POLDI

POST RECUPERATO DAL BLOG DI SPLINDER CHIUSO


STORIA DI POLDI


di Dina Galli


Un giorno di agosto del 1996, uscendo dal lavoro, mio marito è stato seguito da un gattino di circa due mesi che zoppicava visibilmente, anzi trascinava letteralmente una zampina anteriore.


Mio marito, che ama molto gli animali, lo ha subito raccolto e portato a casa dove già viveva con noi una cagnolina che subito ha socializzato con il nuovo venuto.
Devo premettere che non ero molto propensa ad avere dei gatti, ma quando ho incontrato i suoi occhietti ed ho capito la sua infelicità ho subito deciso di adottarlo.



La sera stessa l’abbiamo portato dal veterinario che ha diagnosticato, sfortunatamente, che la zampetta era irrimediabilmente paralizzata. In seguito per circa quattro anni gli abbiamo medicato la zampina malata con medicinali prescritti per il suo problema, poi il male è progredito e purtroppo la zampetta è andata in cancrena ed il veterinario ha consigliato l’amputazione.


Poldi, questo il nome che avevamo scelto per il micino, nonostante il suo handicap, si era ripreso molto bene. Correva, saltava, mangiava con molto appetito ed usava benissimo la sua lettiera per i bisogni.
Sei anni più tardi ha incominciato a mangiare poco ed a diventare incontinente. Consultati più veterinari gli è stato diagnosticato un problema tiroideo. Da quel giorno Poldi assume tre pillole al giorno, mangia molto poco e dimagrisce a vista d’occhio ed è sempre più incontinente.



In questi anni gli sono stati affiancati tanti fratellini e sorelline che gli stanno vicino e lo coccolano, lo riscaldano e gli fanno compagnia.
Ora lui guardandomi con i suoi occhioni “ambra”, sembra voler chiedere scusa per il disagio ed i problemi che ci sta dando. Sono convinta che percepisca i miei stati d’animo.



Pensiamo che Poldi, nonostante le nostre speranze e le nostre attenzione, non resterà a lungo con noi ma qualunque cosa potrà accadere lui sa che è molto amato e lo sarà sempre e che avrà sempre un posto particolare nel nostro cuore.


Scrivendo queste poche righe mi sono commossa perchè Poldi, anche se “infelice” ci ha dato ed insegnato molto e ci ha fatto capire che gli animali sanno dare amore senza chiedere nulla in cambio se non un po’ di affetto, qualche carezza ed un po’ di pappa.
Grazie Poldi per averci scelti.



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QUESTA è LA STORIA DELLA MIA SORIANA, IL MIO ANGELO BIANCO

POST RECUPERATO DAL BLOG DI SPLINDER CHIUSO



 
QUESTA è LA STORIA DELLA MIA SORIANA, IL MIO ANGELO BIANCO

di Barbara


Vi avviso che alcune immagini sono un po' forti...

Soriana è arrivata da me sabato 7 Agosto dal canile di Rieti con una staffetta urgente viste le sue condizioni

Ringrazio con il cuore Flavio che me l'ha portata fino a casa e Francesca .
Ringrazio Betty per quello che fa per queste creature


(Soriana in canile a Rieti)

Appena arrivata ho notato che le sue condizioni erano pessime... sia per quei buchi che aveva in tutto il corpo sia per la magrezza, per il suo respiro... per tutto.
Lunedì la veterinaria è venuta a casa mia ed è rimasta senza parole, l'abbiamo caricata in macchina e l'ha portata subito in clinica, tempo mezz'ora la telefonata che non avrei mai voluto sentire, piena di tumori ovunque soprattutto nei polmoni quindi grosse difficoltà di respiro e i buchi erano tumori ulcerati, bastava toccarla per sentirne ovunque...
La veterinaria era propensa a farla addormentare subito, non soffriva ma la sua paura era che potesse avere problemi di respiro.
Ma non ho voluto, ho voluto portarla a casa d'accordo con Betty,
ho voluto darle qualche giorno di carezze,
ho voluto darle qualche giorno di pappa buona,
ho voluto darle cuscini morbidi e libertà,
ho voluto darle l'amore amore che non ha conosciuto.



Tutti i giorni le facevo iniezioni per aiutarla.
Mi sono innamorata di lei dopo due minuti che era nella sua casina, i suoi occhi erano spaventati, non capiva cosa le stava succedendo, ma rideva... e si fidava di me...
Le prime ore dormiva sulla pedana in legno poi sono riuscita a metterle un cuscinone da dove non si spostava mai, chissà cosa era quella bella cosa morbida che mi ha messo questa tata.



Domenica le prime carezze, si è fatta coccolare, non capiva cosa le stessi facendo ma non si è mossa, sempre diffidente, e ha mangiato di gusto .
Si è fatta curare ogni singolo buco senza mai reagire, si è fatta spostare, si è fatta mettere i cerotti.
Le ho preso il pollo allo spiedo e mentre mangiava mi guardava, sempre incredula...
Poi martedì il crollo, non mangiava più, l'ho imboccata e lei si faceva fare anche questo, si faceva pulire il musetto e mi guardava....
Mercoledì mattina non stava bene avevo già chiamato la veterinaria, ma il mio istinto mi ha detto di no, vai avanti...
Siamo andate avanti "tranquille" fino a domenica, la imboccavo, la curavo e lei ferma,
Domenica 15 il crollo brutto, non stava in piedi per niente e quando l'ho toccata si è girata... male...



Lunedì mattina l'ho presa in braccio mi sono seduta sull'erba con lei al sole, l'ho baciata, le ho spiegato dove stavamo andando si è girata e con il suo nasone mi ha baciato il viso. Oddio!!!!!!!!!!!
Ho preso tutte le mie forze e sono partita , siamo arrivate in clinica e la mia veterinaria mi ha detto che il musetto era più bello, la mia reazione è stata "allora la porto a casa di nuovo", lei mi ha detto "Barbara basta lasciala andare è ora !!!!!!!!"
Quanto ho pianto lo so solo io, tutt'ora mentre scrivo.
L'ho seppellita a casa nel mio giardino vicino a me, sul suo cuscino tanto amato, almeno un po' di dignità nelle sua tombina...

Mia dolce Soriana spero tu abbia capito cosa erano le coccole, cosa erano i baci che ti davo che le cure e le punture le facevo per il tuo bene e che tu abbia capito tutto l'amore che ho cercato di darti.
Ti ho amato immensamente anche solo per sette giorni...
Barbara





CANILE DI RIETI: SORIANA, UNA VITA DI PAURA
LE CONSIDERAZIONI DI BETTY DELL'ULMINO, TRAMITE LA QUALE BARBARA HA ADOTTATO SORIANA
 

22 GIUGNO 2010
SORIANA NON è UN CANE FACILE, NO DAVVERO...
FA PARTE DEL BRANCO DEI CANI PROVENIENTI DAI BOSCHI DI ARICCIA.
CANI CHE HANNO SCELTO DI NON AVERE CONTATTI CON L'UOMO, CHE NON DANNO FASTIDIO A NESSUNO.
MA OGNI TANTO VIENE FATTA UNA "RETATA" E I PIù TONTOLONI FINISCONO A RIETI...
SORIANA è QUI DA QUATTRO ANNI,
DOPO AVERNE PASSATI ALTRI DUE O TRE IN UN ALTRO CANILE.
COME TUTTI i SUOI FRATELLI E SORELLE RINCHIUSI QUI, PASSA LA VITA IN UN ANGOLO, CON GLI OCCHI SBARRATI, DA SEMPRE.




QUALCHE MESE PRIMA LE SI è COMINCIATO A FORMARE UN TUMORE MAMMARIO CHE AVEVA RAGGIUNTO DIMENSIONI ABBASTANZA ABNORMI...
ERA STATA OPERATA DA POCHE SETTIMANE MA DOPO L'OPERAZIONE, SE POSSIBILE, IL SUO STATO PSICOLOGICO E FISICO è ULTERIORMENTE PEGGIORATO.
OGGI SORIANA è COSì, VISTOSAMENTE DIMAGRITA, CI DICONO CHE MANGIA POCHISSIMO...
NON SAPPIAMO SE è PERCHè è DA SOLA NEL BOX (PRIMA AVEVA UN COMPAGNO), SE CI SONO STATE COMPLICAZIONI DOPO L'INTERVENTO, O SE L'INTERVENTO è STATO SOLO L'INIZIO DELLA FINE PERCHè SI SA, IN QUESTI CASI NON SI PUò NON INTERVENIRE, MA INTERVENENDO LE DIFESE IMMUNITARIE SI ABBASSANO E SE IL TUMORE è MALIGNO
MOLTO SPESSO LE METASTASI COMINCIANO A CORRERE...


L'UNICA COSA CHE SAPPIAMO è CHE VORREMMO DARE A SORIANA UNA SPERANZA.
CERTO NON è UN CANE ADOTTABILE DA PERSONE "NORMALI":
è UN CANE TERRORIZZATO, CHE FORSE NON VORRà MAI AVERE A CHE FARE CON GLI UMANI...
VORREMMO TROVARE PER LEI UN RIFUGIO DOVE POSSA STARE INSIEME AI SUOI SIMILI ED ESSERE SEGUITA, DOVE POSSA RISCOPRIRE UN PRATO, DOVE POSSA TROVARE UN PO' DI SERENITà E TRASFORMARE IL SUO SGUARDO...
PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.


26 AGOSTO 2010
IL SOGNO DI SORIANA è STATO MOLTO BREVE, MA COSì INTENSO DA LASCIARE SENZA FIATO.
è DURATO SOLO POCHI GIORNI, TRA LE BRACCIA DI BARBARA CHE, GIà "PRATICA" CON QUESTO TIPO DI CANI E DECISA AD ADOTTARLA A SETTEMBRE, HA VOLUTO ANTICIPARE I TEMPI VISTO IL RAPIDO PEGGIORAMENTO DELLE SUE CONDIZIONI IN CANILE,
NELL'INDIFFERENZA CHE TUTTI CONOSCIAMO...
PURTROPPO I NOSTRI TIMORI SI SONO RIVELATI FONDATI,
IL DESTINO DI SORIANA ERA GIà DECISO,
MA GRAZIE A BARBARA SAPPIAMO CHE è "ANDATA VIA" CON LA CERTEZZA CHE SU QUESTA INCIVILE TERRA C'è STATO CHI L'HA AMATA, PROFONDAMENTE, E CHE LA SUA TRISTE VITA HA LASCIATO UN SEGNO INDELEBILE NEL CUORE DI QUALCUNO.
GRAZIE A BARBARA SORIANA HA IMPARATO A SORRIDERE, DA CANE LIBERO.
A VOLTE DOBBIAMO ACCONTENTARCI DI QUESTO...

CON PROFONDA GRATITUDINE LASCIAMO A BARBARA IL RACCONTO DEL SUO RICORDO,

RINGRAZIANDO COMUNQUE TUTTE LE PERSONE CHE HANNO FATTO IL POSSIBILE PER AIUTARLA.


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JOLLY… IL MIO 'PELUCHE ANIMATO'

POST RECUPERATO DAL BLOG DI SPLINDER CHIUSO

JOLLY… IL MIO “PELUCHE ANIMATO”

di Valentina Di Fazio


Mi ha insegnato cosa significa amare qualcuno incondizionatamente…
Mi ha dimostrato come dovrebbe essere un migliore amico…
Mi è sempre stato accanto con estrema fedeltà…senza mai giudicare…
Mi è stato vicino quando ero ammalata…quando piangevo per qualcosa che mi faceva soffrire…
Ha colmato la solitudine di una casa a volte troppo silenziosa…
Mi ha cambiato la vita!


Dal momento in cui è arrivato Jolly è stato come essere travolti da un uragano di felicità.
Ricordo il giorno in cui papà lo portò a casa…il nostro cucciolo era avvolto in una coperta all’interno di un cestino; era un po’ spaventato, forse infreddolito.
Non appena lo vidi me ne innamorai…era bellissimo! Un batuffolo nero dal musetto dolce del quale, da quel momento in poi, non abbiamo più potuto fare a meno.
In questi anni Jolly ci ha regalato tanti momenti di gioia; a volte penso che ci abbia unito ancor più di quanto già non fossimo. Lo abbiamo sempre trattato come se fosse un bambino e non un animale, anche perché la sua intelligenza a volte ci ha sbalorditi!
Potrei raccontare mille episodi in cui Jolly ci ha reso fieri di lui…era un cane molto invidiato, non solo per la sua bellezza ma anche perché sapeva farsi voler bene da tutti.
Sono trascorsi così più di 5 anni fin quando il giugno scorso è accaduta la tragedia, così la definisco.
Jolly è sempre stato l’ombra di mio padre, lo seguiva ovunque e se si allontanava spesso piangeva…anche quel maledetto pomeriggio Jolly volle stare accanto a mio padre.
Scelse di seguirlo sul letto per la pennichella pomeridiana, lo faceva sempre, si addormentò pesantemente ma durante il sonno , rigirandosi su se stesso, perse l’equlibrio e cadde.
Il tonfo fu forte e Jolly emise un guaito di dolore…da quel momento perse l’uso delle zampe posteriori…il midollo spinale era stato compromesso.
L’operazione fu esclusa subito, così increduli e col cuore a pezzi, iniziò per lui e per noi un lungo calvario fatto di visite neurologiche, esami e fisioterapia.
Purtroppo anche quest’ultima non è valsa a nulla, Jolly non avrebbe recuperato nemmeno l’andatura spinale.
Fu semplice per i medici suggerirci di sopprimerlo… ma noi non prendemmo nemmeno in considerazione l’ipotesi… come potevamo togliergli la vita? Come potevamo rinunciare a Jolly?
Abbiamo quindi deciso di continuare ad accudirlo come meglio potevamo…all’inizio non è stato semplice gestire la sua disabilità ma ormai siamo abituati a tutto e Jolly ha sempre fatto del suo meglio per cercare di collaborare.
Ora Jolly è nuovamente sereno! Indubbiamente la sua vita è cambiata ma grazie all’ausilio di un carrellino può muoversi ed uscire a passeggio come faceva prima…mentre in casa abbiamo un grande tappettone antiscivolo dove può giocare e muoversi un po’, una cesta grande e comoda per dormire la notte e tanti “accessori” utili per aiutarlo in questa nuova vita.
Quando lo guardo a volte mi chiedo ancora come sia potuta accadere una cosa del genere… quando vedo gli altri cani a volte piango pensando a Jolly… ma so che lui se potesse parlare ci ringrazierebbe per non aver scelto di sopprimerlo! Perché lui ha bisogno di noi, ora più che mai… perché è e sarà sempre il regalo più bello della mia vita! Ti voglio bene Jolly… grazie di esistere!!!




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Cane Luna

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Cane Luna

di Laura


Questa è La Storia di un cane speciale.
Il Suo Nome è Luna ed è arrivata Tre Anni fa sconvolgenoci La Vita.
Un mercoledi di febbraio io e mia mamma con una nostra amica ci rechiamo al mercato per fare compere, quando chiedo alla mia amica: hai visto i cagnolini che vende quella bancarella, sembrano husky.
Lei mi risponde di no cosi tutte e tre andiamo a vedere questi  cuccioli.
Erano rimasti in due una femminuccia, la mia Luna, e il maschietto.
Il venditore ha tirato fuori prima il fratellino che ha preso in braccio una bambina e l'altra me l'ha messa in braccio a me e in quel momento mi sono messa a piangere.

Alla fine l'abbiamo portata a casa sapendo della sua specialità: un difetto congenito agli occhi già piccoli di natura, il destro con la terza palpebra che copre metà pupilla, destinata quindi a vederci molto poco e a essere molto insicura.
Fin dall'inizio si vedeva che portava la testina in avanti, sbatteva dappertutto ma noi avevamo la speranza che andasse tutto a posto, e andando avanti e vedendo più che altro ombre è riuscita a cavarsela.
Rimane il fatto che ora è un cane molto problematico per il fatto della sua insicurezza e la paura degli altri cani proprio per il fatto che ci vede poco; ancora adesso non vede spigoli dei tavoli, sedie, aspirapolveri per casa, insomma è una vita molto difficile sia per noi ma più per lei. 
Ma nonostante questo problema corre dietro alla pallina, salta quando "ci vede", e  ci vuole un bene dell'anima.
Se non era per questa sua specialità non so se ci sarebbe stata  una Luna perchè il  venditore ha detto che per colpa di questo  l'avrebbero soppressa.
E anche se tante volte è pesante gestirla noi le vogliamo tanto bene.

Al parco
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Minù: la mia storia a lieto fine

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Minù: la mia storia a lieto fine

Minù: la mia storia a lieto fine

di Carlotta Rossi


Minù, in arte Cippi, è una gattina bianca di 2 anni a cui manca la zampa anteriore dx praticamente da quando è nata.
Non so chi siano i genitori, so solo che è stata ritrovata all'età di due mesi in un paesino della provincia con una zampetta che presentava frattura esposta. Fortunatamente nella mia città c'è un gattile che accoglie gattini e gatti incidentati, ed è proprio lì che ci siamo incontrate. Io e la mia famiglia siamo volontari nella
struttura e tra una pulizia e l'altra siamo incappati in questa meraviglia!! (anche se a dire la verità, da cucciolina non era proprio una meraviglia:-) ma gli occhi di una mamma vedono solo il bello dei figli!!) 
 

-Minù!Era abbastanza spaventata, ma cercava l'affetto di tutti! Era sempre attaccata ad un giochino a forma di topolino bianco che le avevamo regalato, e quando miagolava
non si sentiva perché era senza voce!
Non potevamo resistere e, anche se avevamo già 3 gatti adulti in casa, l'abbiamo adottata. 

-Ngangolina
.
All'inizio era diffidente e un pò impaurita, ma poi è cambiata ed è sbocciata.(forse anche grazie a tutte le scatolette che ha fatto fuori, soffiandole da sotto il naso ai suoi 3 zii miciosi)
Adesso è una gattina adorabile, mi segue ovunque in casa e non ha nessun problema a correre e a saltare, ANZI è lei che vince tutti i combattimenti per aggiudicarsi le cucce migliori!!! Insomma è un diavoletto travestito da
angioletto!! 

-BotteCippiHutch
.
Noi ormai ci siamo dimenticati che le manca una zampina, tranne forse quando gratta inconsciamente la lettiera con la spalluccia dx.. Lì ci rendiamo conto che la Minù non è una gatta normale, E' UNA GATTA SPECIALE!!

Nelle foto la vedete nella gabbia al gattile, mentre  s'azzuffa con lo zio Hutch e adesso!

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